giovedì 26 dicembre 2013

Il fondamentalismo non è un'opinione. Il basso è una religione.

di M. Minetti
Ci siamo ritrovati attorno a questo aggettivo perché, ci riporta ad una idea di originaria linearità nella interpretazione del mondo, linearità che è andata perduta per l’enorme aumento della complessità e per un relativismo che spaventa.
Il fondamentalista vede chiaramente la divisione tra bene e male, tra giusto e sbagliato perché sceglie un qualche principio, che ritiene fondamentale, come metro.
D’altro canto il relativismo, e la tolleranza che ne consegue, contengono sottilmente il germe della tirannide della maggioranza, della omologazione della massa e del populismo. Colui che è sicuro di essere dalla parte del più forte, con la legge dalla sua e per nulla impedito a professare le sue idee, troverà magnanimo accordare un poco di verità (relativa) al suo oppositore e tollerarne le stranezze.
Colui che ritiene sinceramente che ogni valore è relativo, e assume con ciò un atteggiamento scientifico di dubbio metodico, è costretto poi ad affidarsi al senso comune e alla morale vigente per non incorrere nella disapprovazione della società in cui vive. Osserveremo un individualista costretto al conformismo per interesse o sopravvivenza: una misera condizione, sia personale che esistenziale.

Il fatto che il capitalismo arricchisca la minoranza a discapito della maggiornaza (come d’altronde il feudalesimo o la civiltà basata sulla schiavitù) non dimostra che la maggioranza sia contro il capitalismo, anzi. Se la maggioranza non accettasse le regole del sistema che la soggioga, non ci sarebbe il capitalismo. Oggi gran parte delle energie del sistema sono impiegate per far imparare a tutti che le uniche regole da seguire sono quelle. C’è chi si sottrae a questo diffuso sistema di indottrinamento, o educazione che dir si voglia, o formazione al mondo del lavoro e del consumo, ma è una ristretta minoranza deviante. Poi c’è una certa parte che vorrebbe cambiare queste regole maggiormente a suo favore, alcuni ci riescono , altri no.

Uno slogan dei vari movimenti Occupy è “noi 99% voi 1%” che scandito da poche migliaia di persone in piazza sembra un ossimoro, nel senso che a partecipare a qualsiasi movimento è sempre una ristrettissima minoranza. Allora a chi si riferisce quel noi? Varrebbe lo stesso dire “noi 1% voi il 99%”. Platone vi avrebbe trovato una garanzia di bontà nei propositi: per chi non lo sapesse è a maggioranza che Atene decise la morte di Socrate. Se noi ci dovessimo situare tra il 99% e l’1% dove ci posizioneremmo? Guardiamoci attorno. Chi si riconosce attorno ai nostri principi fondamentali? Ma soprattutto, quali sono i nostri principi fondamentali? A saperlo si può anche essere fondamentalisti.

La libertà è fondamentale? Ma cos’è?
Dio e le sue leggi, o gli dei e le loro leggi, sono fondamentali?
Il piacere è fondamentale?
Il materialismo storico è fondamentale?
Le basse frequenze sono fondamentali?
L’internazionalismo è fondamentale?
L’ateismo è fondamentale?
Il conflitto è fondamentale?
Il Tao è fondamentale?
L’essere umano o umanità è fondamentale?
L’amore è fondamentale?
La conoscenza è fondamentale?
La pace è fondamentale?
La buona cucina è fondamentale?
Divertirsi è fondamentale?
Il pianeta Terra è fondamentale?

1 commento:

Anonimo ha detto...

http://www.marinaleda.com/inicio.htm

Ad esempio!!!