domenica 25 giugno 2017

Ottobre 2017. Lavorare meno, tutti!

C'è qualcosa che unisce lavoratori dipendenti e autonomi, super-occupati e precari, disoccupati e vicini alla pensione. C'è qualcosa che unisce i lavoratori di tutto il mondo e tutti quelli che per vivere hanno bisogno di lavorare. 
Tutti costoro vendono il proprio tempo in cambio di denaro o altri beni.
Tutti costoro non saranno mai ricchi perchè possono sfruttare solo se stessi, e la quantità di tempo che ognuno ha da vendere è molto limitata, al massimo 14-16 ore al giorno, rischiando lo sfinimento e la morte.
Solo chi costruisce profitti sfruttando il lavoro di altri può arricchirsi perchè il tempo delle persone che si possono impiegare è teoricamente illimitato. Qualcuno penserà che ci si può arricchire anche percependo una rendita, che sia terriera, immobiliare o finanziaria. Ma chi pagherà questa rendita? Cosa si può comprare con questa rendita, pure che provenisse da denaro creato dal nulla? Beni e servizi. E beni e servizi per definizione sono frutto del lavoro, quindi sono tempo di lavoro accumulato. Quindi anche la rendita è sfruttamento del lavoro perchè è solo una appropriazione di tempo di lavoro altrui senza passare per quella scomoda cosa che è «il lavoratore».
L'ideologia neoliberista ci vorrebbe far credere che, grazie alla parola magica «Sviluppo» e formule quali PIL, SPREAD, FTSE MIB, DOW JONES,  quando si arricchiscono i ricchi possessori di rendite e gli imprenditori che fanno profitti sul lavoro, si arricchiscono anche i poveri che vendono il loro lavoro, quindi ci guadagnerebbero tutti!!! Sappiamo bene che non è andata così. Qui sotto la tabella del rapporto Capitale/Reddito molto a favore del Capitale malgrado il 90% della popolazione mondiale viva di reddito.
Si nasconde qui l' antica storiella del venditore di pesce, al tempo in cui non esistevano i surgelatori.  Se uno vende e l'altro compra, solo uno dei due può fare l'affare, infatti lo pescavano i poveri e lo mangiavano i ricchi: mentre chi compra può anche evitare di mangiare pesce oggi e anche domani, chi lo vende non può aspettare, ed è costretto a venderlo ad un prezzo più basso. Questo ovviamente in un mondo in cui il pesce dell'offerta di lavoro è infinita, dove la miseria spinge i venditori a vendere a ribasso pur di vendere qualcosa e tanti comunque non riescono a vendere nulla.  La disoccupazione è il pesce lasciato marcire.
Fa bene a chi compra e fa malissimo a chi vende.
Gli interventi Keynesiani degli Stati in economia sono il congelatore.
Fissare per legge un costo minimo dell'ora lavorativa, per tutelare il tempo e la dignità di chi è costretto a vendere il proprio  lavoro, impedirebbe quella guerra tra poveri al ribasso in cui addirittura le classi medie, che possono quindi permetterselo, si propongono di lavorare gratis pur di escludere dal mercato del lavoro i più poveri che devono mantenersi con il salario.  Ecco cosa si nasconde dietro la retorica aziendalista degli stages, apprendistati, assegni di ricerca, tirocini, corsi di formazione, esperienze di volontariato che «fanno curriculum».
Ridurre in modo generalizzato la durata della giornata lavorativa a 5 ore, ad esempio, produrrebbe un tale numero di posti di lavoro che la disoccupazione sarebbe azzerata, la carenza di offerta farebbe schizzare in alto i salari. I lavoratori potrebbero scegliere il lavoro che preferiscono, magari vicino alla propria abitazione, magari adeguato al proprio titolo di studio, magari nella propria regione e non a centinaia di chilometri di distanza.
Visti gli anni di catechismo aziendalista a cui siamo stati sottoposti, qualcuno potrebbe obiettare che questo porterebbe molte aziende alla chiusura, molti imprenditori a delocalizzare gli impianti, molti commercianti a chiudere...  Certo è vero, i comunisti mangiano i bambini. Chi vive del lavoro altrui guadagnerà meno e qualcuno non starà sul mercato, lo Spread salirà, la borsa andrà male, ma le attività produttive utili rimarranno.
Nella lotta di classe non si può essere troppo pietosi visto che non lo sono questi imprenditori quando si tratta della dignità e della vita dei propri dipendenti. Alcuni fra questi imprenditori diventeranno umili venditori di lavoro e impareranno il valore del denaro, ma in una società più giusta, dove il valore del lavoro sarà comunque riconosciuto. 
Saranno quindi fortunati perchè lavoreranno solo 5 ore e non 8 o 10 come i loro dipendenti attuali. Gli altri vivranno bene anche con qualche milione in meno.
Se sei d'accordo con una riduzione generalizzata dell'orario di lavoro, a parità o con salario superiore, quindi ad un aumento della paga oraria, parlane con i tuoi colleghi e sostieni le lotte per raggiungere questo obiettivo. Uniti ce la possiamo fare: lavoratori, precari, disoccupati, studenti. A Ottobre '17.

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