mercoledì 1 novembre 2017

Relazione assemblea 28-10-17 Lavorare meno, tutti!

Stefano Peppoloni riassume il percorso della legge sulle 35 ore in francia.
Pino Nicolosi parla di automazione e tempi di lavoro.
   
Marco Craviolatti presenta il suo libro e parla di aumento della produttività e tempi di vita e lavoro.
 
A seguito degli interventi dei relatori, Stefano Peppoloni, Pino  Nicolosi e Marco Craviolatti, i presenti si sono disposti in cerchio e, guidati dal facilitatore, hanno formulato delle domande a cui collettivamente avrebbero voluto cercare di dare risposta.
Le domande poste sono state:

    1- La produttività è un valore?
    2- Che c'entra DIEM25?
  3- Come si può intervenire per ridurre, anche in sede di contrattazione, la flessibilità degli orari di lavoro?
    4- Come mai non ci si è resi conto anni fa della discontinuità nei metodi della produzione (automazione, IA)?  E perchè non si è creato un modello diverso?
    5- Come sensibilizzare i cittadini alla ricerca della qualità della vita, piuttosto che al solo reddito?
    6- Perchè non tenere più in conto i tempi di vita, con i lavori di cura delle presone, del territorio, dei beni comuni, piuttosto che all'esclusivo sviluppo economico?


I partecipanti hanno deciso, tramite votazione, di rispondere alla domanda:
5- Come sensibilizzare i cittadini alla ricerca della qualità della vita, piuttosto che al solo reddito?
tenendo conto che questa domanda si lega anche alle domande n. 1 e n. 6.

A questo punto i presenti hanno cercato di trovare delle risposte al quesito. Un partecipante ha rilevato che, anche rispetto al quesito n. 1, nella qualità della vita c'è una produttività, che ovviamente non è immediatamente monetizzabile ma contribuisce al benessere collettivo, e indirittamente anche allo sviluppo economico. Gli studi dell' Economia della felicità si basano su questo presupposto.
Un'altro partecipante propone di valorizzare maggiormente quei percorsi di cura del territorio e delle persone, che direttamehnte impattano sul benessere dei cittadini.
Una giovane economista fa notare come per apprezzare la bellezza è necessario prima essere liberi dal bisogno materiale, dall'ansia per la sopravvivenza.
Altri aggiungono che in una condizione di scarsità delle risorse, la stessa intelligenza è compromessa (libro Scarcity. Perché avere poco significa tanto, di Eldar Shafir). Una soluzione parziale a questo problema potrebbe quindi essere l'istituzione del salario minimo orario e di un reddito universale di base, per liberare disoccupati e lavoratori poveri dalla condizione di bisogno.
Viene anche fatto notare che, rispetto alla condizione italiana, il problema della sopravvivenza materiale, riguarda all'incirca quel 30% di persone disoccupate, sottoccupate o comunque con salari molto bassi.  Il restante 70% dei cittadini e lavoratori dovrebbe essere più sensibile al tema della qualità della vita, perchè teoricamente libero dal bisogno.  Nella pratica sappiamo che non lo sono. Vengono portati gli esempi dei molti lavoratori in difficoltà perchè non riescono a sostenere debiti contratti, spesso per l'acquisto di beni voluttuari come macchine di lusso, seconde case, oggetti tecnologici...
Una proposta, tornando alla domanda, che è: come sensibilizzare i cittadini alla ricerca della qualità della vita? - Potrebbe essere una riflessione collettiva sul senso del proprio lavoro.
Pensare a quale utilità sociale ha il proprio lavoro e pretendere che ce l'abbia, può aiutare le persone a smettere di scambiare il proprio tempo esclusivamente in cambio di denaro, cercando invece di dare senso al proprio tempo, dentro, ma anche al di fuori del lavoro.
Un partecipante osserva quindi che il lavoro non deve essere santificato di per sè, gli esempi del lavoro pubblico inefficiente, clientelare, costoso per corruzione e ricercata inefficienza, i cui effetti ricadono negativamente sui servizi pubblici, sulle opere pubbliche e quindi sulla vita dei cittadini, vanno combattuti, per migliorare la vita delle persone. Si fa l'esempio di un recente progetto artistico, chiamato Incompiuto Siciliano, che in Italia ha mappato circa 1000 opere incompiute, quindi inutili, abbandonate al loro destino.
Viene fatto notare che quei lavori inutili, a volte dannosi e spesso riccamente retribuiti senza nessun nesso con la loro produttività, non sono in effetti dei veri e propri lavori, bensì delle rendite di posizione assicurate ai sodali, o dei lavori inutili (bull shit jobs), secondo la teminologia di Picketty o di Graeber, fanno quindi parte delle rendite parassitarie che pesano sui lavoratori utili.
Viene citata una ricerca di psicologia sociale sulla propensione dei lavoratori a scambiare il proprio tempo di lavoro con tempo libero, pagando. Rispetto ad anni fa , in cui si era disposti a pagare meno del proprio salario, recentemente i lavoratori sarebbero disposti a pagare più di quanto percepiscono per ottenere tempo libero, segno che il bisogno di maggiore tempo di vità è largamente percepito.

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