(Philosophy for Community)
La “comunità di ricerca filosofica” come educazione al pensiero e pratica formativa.
Lo sviluppo della componente riflessiva del pensiero, è un processo che giustifica il progetto di estendere l’insegnamento della filosofia a tutti gli ordini scolastici e anche ad altri “luoghi” di formazione extra-scolastici, in cui lavorano operatori psico-socio-sanitari. “Fare filosofia” con i bambini, gli adolescenti e con gli adulti, non significa presentare il contenuto della riproduzione disciplinare della storia della filosofia, ma “facilitare” all’esercizio dialogico del logos dunque promuovere un’epistemologia della “pratica filosofica” in grado di sviluppare il pensiero critico, creativo, affettivo-valoriale.
La P4C (acronimo di Philosophy for Children) con il suo “programma/curricolo” fondato da Matthew Lipman nel 1974, che va dalla Scuola dell’Infanzia alla Scuola Superiore, rientra a pieno titolo nell’ambito delle pratiche filosofiche, e dunque può essere applicata anche ad altri contesti formativi. Infatti, lo sviluppo delle competenze riflessive di stile filosofico, consente l’acquisizione di modalità meta-cognitive capaci di sviluppare un modo di operare complesso, flessibile, e interattivo.
Si rende allora necessario riflettere su cosa significa “fare filosofia”, sul rapporto tra filosofia e “filoso-fare” con l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta. In ogni caso la filosofia ritorna a essere paradigma eminente della formazione umana. La relazione tra “filosofia pratica” e “filosofia come disciplina” consiste nell’attitudine alla ricerca come pratica etico-dialogica e rappresenta la via d’accesso all’interrogazione filosofica, anche in funzione di un più apprezzabile riferimento alla formazione complessiva di docenti, studenti e di coloro che non rinunciano alla Bildung, intesa come lavoro interpretativo su se stessi e sul mondo. Oggi, è sempre più avvertita l’esigenza di considerare la filosofia e i problemi che dibatte parte essenziale di un’azione formativa complessa, nella quale entrano elementi differenti. Accanto a ciò si colloca la problematica di pensare concretamente le mediazioni delle dottrine storico-teoriche con una didattica laboratoriale che supera il dualismo “emittente-ricevente” in favore di una “argomentazione-riflessione-comunitaria” guidata da un insegnante/facilitatore. In questa prospettiva il valore formativo della didattica della disciplina filosofica è da individuarsi nella sua dimensione epistemologica, metodologica/procedurale, nei suoi contenuti generali e/o specifici.
La P4C , la pratica filosofica come formazione del senso critico, “facilitazione” ed educazione della pratica logico-discorsiva che costruisce e re-interpreta assetti cognitivi, ricerca comune del modo di vivere e di una pratica sociale “negoziata”. Su questa base si propone una concezione del “filoso-fare” e una didattica del docente-facilitatore che sappiano favorire un approccio complesso e globale alla formazione umana logico-cognitiva, etico-politica, che coinvolge non solo il pensiero ma anche la sensibilità, la volontà, l’immaginazione.
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