di M. Minetti
Ci siamo ritrovati attorno a
questo aggettivo perché, ci riporta ad una idea di originaria linearità nella
interpretazione del mondo, linearità che è andata perduta per l’enorme aumento
della complessità e per un relativismo che spaventa.
Il fondamentalista vede
chiaramente la divisione tra bene e male, tra giusto e sbagliato perché sceglie
un qualche principio, che ritiene fondamentale, come metro.
D’altro canto il relativismo, e
la tolleranza che ne consegue, contengono sottilmente il germe della tirannide
della maggioranza, della omologazione della massa e del populismo. Colui che è
sicuro di essere dalla parte del più forte, con la legge dalla sua e per nulla
impedito a professare le sue idee, troverà magnanimo accordare un poco di verità
(relativa) al suo oppositore e tollerarne le stranezze.
Colui che ritiene sinceramente che
ogni valore è relativo, e assume con ciò un atteggiamento scientifico di dubbio
metodico, è costretto poi ad affidarsi al senso comune e alla morale vigente
per non incorrere nella disapprovazione della società in cui vive. Osserveremo
un individualista costretto al conformismo per interesse o sopravvivenza: una
misera condizione, sia personale che esistenziale.
Il fatto che il capitalismo
arricchisca la minoranza a discapito della maggiornaza (come d’altronde il
feudalesimo o la civiltà basata sulla schiavitù) non dimostra che la
maggioranza sia contro il capitalismo, anzi. Se la maggioranza non accettasse
le regole del sistema che la soggioga, non ci sarebbe il capitalismo. Oggi gran
parte delle energie del sistema sono impiegate per far imparare a tutti che le
uniche regole da seguire sono quelle. C’è chi si sottrae a questo diffuso
sistema di indottrinamento, o educazione che dir si voglia, o formazione al
mondo del lavoro e del consumo, ma è una ristretta minoranza deviante. Poi c’è
una certa parte che vorrebbe cambiare queste regole maggiormente a suo favore,
alcuni ci riescono , altri no.
Uno slogan dei vari movimenti
Occupy è “noi 99% voi 1%” che scandito da poche migliaia di persone in piazza
sembra un ossimoro, nel senso che a partecipare a qualsiasi movimento è sempre
una ristrettissima minoranza. Allora a chi si riferisce quel noi? Varrebbe lo
stesso dire “noi 1% voi il 99%”. Platone vi avrebbe trovato una garanzia di
bontà nei propositi: per chi non lo sapesse è a maggioranza che Atene decise la
morte di Socrate. Se noi ci dovessimo situare tra il 99% e l’1% dove ci
posizioneremmo? Guardiamoci attorno. Chi si riconosce attorno ai nostri
principi fondamentali? Ma soprattutto, quali sono i nostri principi
fondamentali? A saperlo si può anche essere fondamentalisti.
La libertà è fondamentale? Ma
cos’è?
Dio e le sue leggi, o gli dei e
le loro leggi, sono fondamentali?
Il piacere è fondamentale?
Il materialismo storico è
fondamentale?
Le basse frequenze sono
fondamentali?
L’internazionalismo è
fondamentale?
L’ateismo è fondamentale?
Il conflitto è fondamentale?
Il Tao è fondamentale?
L’essere umano o umanità è fondamentale?
L’amore è fondamentale?
La conoscenza è fondamentale?
La pace è fondamentale?
La buona cucina è fondamentale?
Divertirsi è fondamentale?
Il pianeta Terra è fondamentale?
1 commento:
http://www.marinaleda.com/inicio.htm
Ad esempio!!!
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