Gran
parte della costruzione del consenso e della comunicazione politica
si svolge sui social network, secondo le regole incorporate nella
struttura di questi software proprietari: sponsorizzazione, bolle,
costruzione dell'identità e dell'odio, narcisismo e conformismo,
estrazione dei dati, opacità degli algoritmi.
Il
protagonismo, anche spesso solo rappresentato, degli attivisti sui
social network è diventata una prassi di diffusione dei messaggi
politici e un elemento importante dei contenuti, nella forma
dell'identificazione che spesso alimenta narrazioni identitarie e
discorsi di odio. Ne parla Giuliano Da Empoli nel suo
Gli
ingegneri del caos. Teoria e tecnica dell'Internazionale populista,
del 2019.
Questi
spazi social sono per definizione una vetrina per vendere e per
vendersi, ma sono molto poco adatti ad una reale discussione.
L'introito
pubblicitario di Facebook (e Instagram) del 2019 è
stato di 69 mld di dollari. Gli utenti attivi sono stati ben 2,7 Mld,
con un valore medio di introito pubblicitario per ogni utente che si
aggira quindi sui 29,25 dollari annui (Fonte
aziendale).
Ovviamente un utente di Facebook che ha alti livelli di spesa, oltre
30$ al giorno come negli USA e Canada, vale 139,35 dollari all'anno. Gli utenti
poveri, invece, hanno più valore come elettorato, per il controllo
sociale e le informazioni che possono fornire a polizia e servizi
segreti dei governi. Gli annunci pubblicitari su pubblico profilato,
oltre che dalle grandi aziende, vengono acquistati anche da piccoli
esercenti, artisti, associazioni e enti no-profit, sindacati, chiese,
gruppi politici.
Tutti
gli utenti, grazie al fatto che la maggior parte dei contenuti e dei
dati in Facebook è pubblica (spesso per impostazioni scelte
dall'utente, che a volte non sa neppure di poterle scegliere), come i
like alle pagine, commenti, età, sesso, professione, titolo di
studio, luogo di residenza, relazioni (tag nelle foto), immagini,
luoghi visitati, forniscono gratuitamente il materiale grezzo alle
aziende che operano analisi dei dati e progetti di machine learning
per intelligenze artificiali.
Ricavi pubblicitari per trimestre periodo 2 anni 2017-19
Riferendoci
solo alla situazione dell'Italia nel 2018, il tempo trascorso sui
social network è moltissimo. Per i 35 milioni di Italiani (il 59%
della popolazione) che usano i social abitualmente, il tempo è
mediamente di 1 ora e 51 minuti al giorno.Fonte.
Qui trovate un bello studio di Federico Andreani rispetto al valore economico del tempo passato sui social.
Qui trovate un bello studio di Federico Andreani rispetto al valore economico del tempo passato sui social.
L'analisi
delle interazioni sui social network (big data) permette a chi ne ha
accesso, perchè possiede la piattaforma o compre da questa i dati
aggregati, oppure usa sistemi automatici di estrazione di dati
pubblici degli utenti, di costruire una comunicazione personalizzata
sui gusti, le abitudini e la personalità, (microtargeting). In Armi
di distruzione matematica, pubblicato da Cathy O'Neal nel 2017,
gran parte del capitolo sulla politica è dedicato a Facebook,
analizzando tra l'altro l'esperimento condotto da Facebook stesso nel
2012 su 680.000 utenti, per dimostrare la sua potenza, in cui è
bastato modificare l'algoritmo di visualizzazione dei post per
condizionare sensibilmente lo “stato d'animo” dei post prodotti
da quelle persone.
Il
tipo di analisi è puramente comportamentale perchè deve tenr conto
di pochi dati sussidiari (predittivi), da raccogliere in grande
quantità, e trova il suo limite nella semplificazione della
quantificazione numerica. Chi comunica abbandona le nicchie per
coltivare i grandi numeri, spostando la narrazione su una
semplificazione populista. Infatti ciò che muove di più le emozioni
(quindi i like, i commenti, le condivisioni..) non è detto che sia
una informazione scientificamente documentata, un progetto politico
coerente e auspicabile o un messaggio corretto e prosociale. Spesso
il messaggio che ottiene maggiormente l'effetto desiderato è merda
selezionata fra la peggiore. La “tempesta di merda” che fa
camminare l'infosfera ipersatura, come l'ha definita felicemente il
filosofo Bjung Chul Han nel suo Nello sciame. In molti hanno
definito questa modalità di comunicazione come il tramonto
dell'illuminismo. Il messaggio comunicato (come in tutta la
pubblicità) non tende a convincere la mente razionale, infatti non
c'è argomentazione, ma a coinvolgere le emozioni inconsce puntando
su un substrato di credenze autoevidenti o di simboli ancestrali
(sesso , morte, paure, tradizione, religioni, pregiudizi,
bellezza..). La politica attraverso l'estetica, una modalità che ha
sempre caratterizzato le destre estreme, con qualche simpatia a
sinistra, porta diritta verso l'ipertrofia del potere carismatico e
autoritario e la sudditanza di masse condizionabili, principalmente
in preda a paure sollecitate ad arte.
Di
cosa abbiamo bisogno.
“In
un suo vecchio romanzo Isole nella Rete Bruce Sterling ipotizzava
varie possibili vie di fuga dalla dittatura della Capitale Globale,
della Babilonia multinazionale e multilaterale. Se vi è capitato di
perdervi quel magnifico libro: una era quella delle isole della rete,
spazi autonomi, illegali, nascosti. Utopie pirata. Unaltra era quella
della Rizome
incorporated.
Una multinazionale. Una gigantesca impresa, globale ma reticolare,
unitaria ma decentrata, etica ma redditizia. Il principio informatore
era la “democrazia economica”, non vi erano lavori ma attività,
capi ma soci, fratelli, non c’era gerarchia ma senso
comunitario.
La prima delle due è quella spesso utilizzata dal movimento: centri sociali, collettivi, case occupate, addirittura un sito web (ecn.org). L’altra è rimasta un libro incomprensibile dei soliti Deleuze&Guattari.“ (Binotto 2002)
La prima delle due è quella spesso utilizzata dal movimento: centri sociali, collettivi, case occupate, addirittura un sito web (ecn.org). L’altra è rimasta un libro incomprensibile dei soliti Deleuze&Guattari.“ (Binotto 2002)
In
un libro molto stimolante come Inventare il futuro, di Srnicek e
Williams, viene descritto il concetto di «ecosistema di
organizzazioni» per definire il soggetto politico possibile per
innescare la trasformazione sociale da loro, come da molti, atteso.
Superando l'idea che la rigenerazione politica, in un mondo
globalizzato e frammentato, possa essere innescata da una sola
organizzazione (il partito novecentesco o il sindacato, come più
recenti movimenti di democrazia diretta, tutti identificati come folk
politics, ovvero politiche dell'immediatezza, senza un orizzonte
comune di lungo respiro), gli autori ipotizzano che si possa formare
una aggregazione plurale e non organica dei molteplici soggetti del
cambiamento che uniscano una comune idea di futuro. Da qui il titolo
del loro libro.
Ma
dove può avvenire questo incontro?
Abbiamo
assistito negli ultimi anni, almeno in Italia, a vari tentativi di
ricomposizione delle forze politiche di sinstra in intergruppi o
coalizioni, oppure in soggetti che si ponevano come nuovi e
inclusivi, finendo immancabilmente per definire un ulteriore gruppo
chiuso e autoreferenziale in competizione con tutti gli altri,
aumentando la frammentazione e la marginalità dell'insieme. Le
scissioni che si susseguono mostrano la tendenza delle personalità
carismatiche a presentarsi come individui, non riuscendo a convivere
in organizzazioni che danno visibilità soltanto al capo.
C'è
chi si adegua al segno dei tempi e teorizza il populismo e
l'iperleader a sinistra, adottando una retorica che funzionò nel
passato e proposte politiche in voga quaranta anni fa, perdendo di
vista la distinzione tra destra e sinistra, fra progressisti e
conservatori, insomma risultando difficilmente distinguibile dal
rossobrunismo di marca leninista, nostalgico del capitalismo degli
anni '60.
A
mio parere, una nuova aggregazione politica trasformativa e di
sinistra può mutuare la sua possibile forma dal mercato digitale
data-driven, la forma più avanzata della riproduzione sociale e
della produzione del valore, evolvendola nel suo superamento.
Per
mercato digitale intendo tutte quelle infrastrutture informatiche,
che mettono in contatto domanda e offerta, attraverso algoritmi di
matching guidati dall'analisi dei comportamenti degli utenti
(Facebook, Amazon, Google, Ebay, Youtube e migliaia di minori come
Uber, Blabla Car, AirBnB, Twitter, Tripadvisor, Expedia, Booking...).
Trattandosi
di politica, cioè di relazioni sociali, questo aggregatore politico
assumerebbe la forma di un social network, mettendo le organizzazioni
politiche in “concorrenza” fra di loro, unendo le “nicchie”
ecologiche in una molto più ampia, con effetto di rete. Ma questo
ecosistema di organizzazioni unite dal comune anche se non chiaro
obiettivo della trasformazione sociale verso il superamento
comunitario dei rapporti sociali di sfruttamento capitalisti e
post-capitalisti, non può formarsi e svilupparsi se chi gestisce
quelle piattaforme prende parte al gioco dalla parte opposta. Essendo
aziende quotate in borsa, che vivono di profitti, sostengono gli
interessi dei loro azionisti e i governi che possono garantirgli
privilegi fiscali e normativi. Non si può fare la rivoluzione con
Facebook come non si può superare la mercificazione della nostra
vita come clienti di un supermercato, anzi, come prodotti in vendita
in un supermercato.
Facebook,
con l'acquisizione di WhatsApp e Instagram, ha assunto una posizione
dominante difficilmente scalzabile che rappresenta la forma della
riproduzione sociale attualmente più avanzata, in grado di
trasformare e uniformare le strutture stesse del pensiero, dopo aver
già stravolto le leggi del mercato.
Abbiamo
quindi bisogno di un social network per la politica, separato dal
mercato, in cui le regole le faccia chi ci entra, negoziandole in
modo politico, perchè ha contribuito alla costruzione di quello
spazio. Insomma la proprietà di questo spazio, anzi di questi spazi,
deve essere comune e distribuita e siccome hanno un costo, questo
costo deve essere sostenuto da tutti coloro che ne sentono il bisogno
e vi partecipano, oppure in grado di generare reddito.
L'ecosistema
umano.
La
politica nasce nelle piazze come il mercato e similmente si sviluppa.
La politica come il mercato è un insieme di relazioni costruite in
precise condizioni storiche. Si dice che la democrazia sia nata nella
grecia classica proprio perchè i Greci erano mercanti, aperti alle
differenze e abituati a contrattare, ricchi ma non aristocratici
legati alla proprietà della terra.
Eppure
il mercato e l'assemblea, anche sulla stessa piazza, si svolgono in
orari e con modalità e regole differenti.
La
democrazia è la forma politica basata idealmente sui patti fra
sogetti liberi, nell'antica grecia come nella modernità borghese.
Così come la democrazia non è affatto sostanziale, neppure il
mercato è davvero perfetto, nel senso di un equilibrio fluido e non
coercitivo fra domanda e offerta. Nel momento in cui il capitale
(l'offerta) riesce ad orientare la spesa (la domanda) grazie al
lobbying, al controllo dei mezzi di informazione, al marketing, e
all'egemonia culturale in genere, che permette di orientare i governi
e le elezioni, di libero nel mercato rimane ben poco, così come
nella democrazia. Questa è stata la parabola della società
borghese, atteraverso le crisi espansive e recessive del sistema
industriale che dal 1800 alla fine del '900 abbiamo chiamato
modernità e che i seguaci di Marx hanno definito capitalismo.
Proprio oggi che la globalizzazione porta a compimento la conquista
di ogni nicchia di sopravvivenza di relazioni comunitarie pre-moderne
e il rapporto di denaro si dispiega come indiscusso tramite della
riproduzione sociale, ll capitalismo entra in una crisi irreversibile
che lo snatura e gli impedisce di riprodursi attraverso la
riproduzione del lavoro salariato.
Anche,
e forse soprattutto, a causa della innovazione tecnologica e delle
trasformazioni sociali e antropologiche ad essa connesse, questa
modernità sta tramontando introducendo quella che è stata definita
da J.F.Lyotard la postmodernità. Alla società del valore si
sostituisce gradualmente la società dell'informazione.
Non
possiamo oggi sapere se questa evoluzione porterà ad una
concentrazione del potere e del controllo, reso possibile dalle nuove
tecnologie, oppure se queste stesse tecnologie potranno essere lo
strumento della diffusione del potere verso la base della piramide
sociale. Questo dipenderà dalle forze della trasformazione sociale e
dall'ambiente in cui queste si svilupperanno.
Il
progetto, che assieme ad altri vorremmo realizzare, è costruire un
ambiente in cui le forze sociali più progressiste, quindi orientate
ad una maggiore diffusione del potere, possano svilupparsi, evolversi
e affermarsi.
Una
nuova forma di corpo intermedio che, in modo inclusivo, possa anche
comprendere quelli già presenti, nella formula dell'ecosistema di
organizzazioni.
Quello
che si vuole costruire non è uno dei soggetti che si incontrano
sulla piazza, geografica o telematica, ma la piazza stessa, con le
sue caratteristiche di sicurezza e accoglienza molteplice. E non una
sola ma molte in comunicazione fra loro. La suggestione cyberpunk
delle Isole nella rete e della Rizome Inc., inventate da Sterling,
trovano oggi la loro effettiva possibilità di attuazione.
Nella
prima parte di questo articolo avevo illustrato come quell'
”ecosistema di organizzazioni” potrebbe, a mio parere, prendere
la forma di un social network (FLOSS)
open source federato, che sappia integrare specifiche funzioni
adatte al dibattito e all'agire politico.
I
social network federati e open source.
Perchè
un ecosistema (ambiente) possa essere popolato deve avere delle
caratteristiche che lo rendono attraente.
Queste
caratteristiche devono rispondere alla cultura egemonica storicamente
determinata, devono quindi riflettere le aspettative già soddisfatte
dagli ambienti esistenti, superandone alcuni limiti oppure offrendo
ulteriori possibilità. Gli attuali social network open source e
federati sono spesso riservati a comunità identitarie di hacker, sex
worker, alt-right, gamer, LGTQB, Manga fetish, che comunicano in modo
criptico, spesso automatico (bot), rigorosamente anonimo,
informazioni pratiche, emozioni private o disagio vario in una
comunità separata. Questo è soprattutto Mastodon, il social più
diffuso con circa quattro milioni di utenti (un milione solo su GAB un nodo dell'estrema destra), una piattaforma di
microblogging simile a Twitter senza filtri di priorità, il flusso
scorre in tempo reale ed è molto disagevole seguire delle
conversazioni o riprenderle.
La
comunità di Diaspora, nata circa dieci anni fà e purtroppo in grave
crisi, è quella più generalista, che mirava proprio a offrire un
social simile a Facebook, ma libero e decentrato.
Un
software meno diffuso ma in crescita, per le sue caratteristiche di
federabilità tra i vari protocolli e per l'interfaccia grafica
evoluta, non troppo distante dallo standard di Facebook, è
Friendica. Per questo ci stiamo orientati verso questo software, che
permette di interagire con i principali
social network distribuiti
operanti, per poi evolvere magari verso lo sviluppo di un software
specifico. Il nostro nodo è http://rizomatica.org
Un
progetto molto interessante è quello dell'associazione Feneas si pone come obiettivo lo sviluppo degli strumenti decentrati e federati dell'internet.
Segnerò
con un asterisco “*” le caratteristiche già possedute da
Friendica e con “+“ quelle invece che potrebbero essere
implementate per favorirne un uso politico.
Le
caratteristiche di affinità ai social network commerciali.
Il
modello è la piazza, tutto quello che un tempo si svolgeva in piazza
e che oggi si svolge sulle piazze virtuali.
-L'accesso
deve essere gratuito e libero, privato e, volendo, anonimo. *
-Il
narcisismo, l'aspetto agonistico e «social». Sulla piazza si va per
pavoneggiarsi, per sedurre, per coltivare relazioni, il cui scopo può
essere il più antico del mondo (accoppiarsi), materiale come
lavorare o i più vari e astratti. Quello che a noi intereressa è
l'aspetto politico ma gli altri aspetti non possono essere eliminati.
*
-
Curiosità. Deve poter mostrare gallerie di foto e i contenuti
prodotti dall'utente che costruiscono la sua «fama». *
-La
molteplicità. Non vi devono essere elementi di filtro identitari.
Sulla piazza si va ad incontrare «anche» i differenti fra i simili.
Non deve essere una piazza privata o troppo caratterizzata. Certo può
avere un carattere, lo scopo per cui esiste è diffondere la
partecipazione, ma deve tutelare le minoranze e il dissenso: chi
vuole solo divertirsi, chi non vuole prendere posizione. *
-Socialità.
Permettere la formazione spontanea di gruppi, di scopo o
semplicemente di opinione. * Attribuzione delle funzioni di
amministrazione dei gruppi in modo partecipativo (punteggio,
sorteggio, rotazione, votazione). +
-
Comunicazione. Funzione messenger. Strumento di chat criptate anche
per gruppi, scambio files, chiamate vocali e video anche di gruppo.
Possibilità di associare le chat ai gruppi social. +
Le
caratteristiche di discontinuità con i social network comerciali.
Questi
aspetti possono essere fondamentalmente ridotti a due, la proprietà
(il potere) e il governo (la decisionalità). Proprietà comune e
partecipazione alla decisionalità (accesso alle informazioni, ai
dati elaborati, alle decisioni, alla conoscenza e al valore prodotto)
da parte degli «utenti».
-Sviluppo
come protocollo federato, su software libero e licenza GNU o
similare. I server (chiamati istanze o POD o semi), possono essere
mantenuti da soggetti giuridici differenti: enti pubblici,
associazioni, collettivi, privati. *
-Può
accogliere anche le strutture organizzate con pagine istituzionali ma
non deve dare a queste un eccessivo vantaggio strategico. *
-Impossibilità
di sponsorizzare contenuti. *
-Consenso
informato sull'uso dei dati e sul funzionamento degli algoritmi. *
-Consultabilità
e spiegazione degli algoritmi usati, con possibilità di modificarli
(preferenze dell'utente). +
-Aspetti
di gamification con valore sociale. Valutazioni da parte degli utenti
con cui si interagisce-collabora, che guidino gli algoritmi di
matching. +
-Implementazione
di strumenti decisionali (sondaggi, LQFB) associati ai gruppi di
scopo o di interesse. +
-Implementazione
di strumenti di market (shop personale o dei gruppi, a pagamento),
scambio di merci e servizi di una economia comunitaria. +
-Proprietà
comune dei Big Data prodotti e consultabilità (anonima) aperta. +
-Possibilità
di importare i contenuti da altri profili social facilitando la
migrazione (es.Facebook, Instagram) +
La
funzione di aggregatore.
A
mio parere il software potrebbe fornire vari indici per ogni aderente
(pubblici se l'utente lo desidera). Uno è il posizionamento su un
grafico bidimensionale Destra-sinistra / autoritaria-libertaria
tipico dei sondaggi politici, in base alle scelte dell'utente più
che alle sue dichiarazioni. +
Potrebbe
raccogliere inoltre, tramite frequenti e brevi sondaggi, come
attraverso l'analisi dei comportamenti, le preferenze dell'utente su
varie tematiche politiche, civili, ambientali con lo scopo di
suggerire amicizie, collaborazioni e gruppi che concordano con queste
preferenze. +
La
possibilità di ricercare attraverso opzioni (tipo e-bay) amicizie o
gruppi (lontananza, età, campi di interesse, competenze,
disponibilità). *
-L'adesione
a gruppi, come alle istanze, potrebbe configurarsi da una semplice
gruppo di affinità alla costituzione di una associazione, partito o
sindacato con statuto proprio. +
-Come
servizio di base dovrebbe comprendere automaticamente un blog,* una
chat con tutti gli appartenenti al gruppo + e la possibilità di fare
votazioni o sondaggi con tutti gli appartenenti al gruppo. +
-Possibilità
di richiedere il pagamento di una quota per l'iscrizione a dei gruppi
che offrono determinati servizi. (Server e Data Base proprio,
software decisionale Liquid Feedback articolato in sezioni, sedi
fisiche, attività connesse allo scopo del gruppo come beneficenza,
servizi mutualistici, servizi di comunicazione, riviste...). +
-Possibilità
per associazioni di agire e affiliare persone attraverso l'iscrizione
ad un gruppo pagando una tariffa (tesseramento, iscrizione, sostegno
economico all'associazione) accettando un protocollo di trasparenza.
+
-Il
software dovrebbe giornalmente proporre i contenuti, i gruppi e le
iniziative più adatti al profilo utente usando algoritmi di matching
personalizzabili dall'utente (con opzioni). +
Lo
scopo è far incontrare domanda politica con offerta politica.
Opportunità di partecipazione con bisogno di partecipazione. Persone
fra loro. Gruppi fra loro. Idee con consenso e energie per attuarle.
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