domenica 25 aprile 2010

DUB 4 COMMUNITY - Relazione incontro Fusolab 24 aprile

I Neurologici e COXSA hanno unito le forze per dar vita ad un esperimento: una sessione di Philosophy for Community con all'interno una sessione di mixaggio dub della musica de I Neurologici. E' accaduto per la prima volta sabato 24 aprile nello spazio mentale e fisico del Laboratorio Creativo Fusolab (V. G. Pitacco 29 - Roma). Il setting comprendeva, nella sala inferiore del Fusolab, 20 sedili bassi in circolo. Su uno di questi il fonico del collettivo musicale de I Neurologici, con davanti un piccolo tavolino da salotto con sopra il mixer, effetti e le varie macchine per suonare, eseguiva i missaggi dub delle tracce. Su una parete della sala veniva proiettato il monitor del computer su cui girava il multitraccia, in questo caso Protools, utilizzato anche come lavagna luminosa per scrivere le domande della sessione filosofica. Luce soffusa e un impianto audio di buona qualità dotato di subwoofer. La Dub 4 Community è stata strutturata in questo modo: - una breve introduzione di circa 5 minuti del facilitatore che ha spiegato il programma dell'attività. Soprattutto questa introduzione doveva servire a preparare la riflessione sulla musica tenendo conto del fatto che quest'ultima era solo un pre-testo per la discussione. (Difatti di solito si usa un testo scritto, filosofico o letterario). L'intenzione non doveva essere interpretare la musica o commentarla ma, prendere spunto dal proprio vissuto emozionale per formulare pensieri e porsi domande, a cui l'intera comunità di ricerca avrebbe potuto rispondere. - l'ascolto di 3 brani di dub mixato in tempo reale. Circa 15 min. di musica. - circa 15-20 minuti dedicati alle domande che gli intervenuti ponevano alla comunità. Man mano che le domande venivano formulate, a volte traducendo in forma di domanda l'osservazione del partecipante, queste venivano scritte sullo schermo proiettato, con accanto il nome di chi l'aveva formulata. - circa 30- 40 minuti di discussione collettiva, coordinata dal facilitatore, il cui scopo avrebbe dovuto essere regolare i turni di intervento e chiarificare concetti confusi chiedendo ulteriori informazioni. - A discussione conclusa il facilitatore ha riassunto i temi affrontati cercando di trovare un senso comune agli inteventi e riassumendo le posizioni raggiunte con un'attenzione all'aspetto metacognitivo dell'esperienza. 

 
Sessione N.1 
 Brani musicali (CC by-nc-sa ).
Domande sollevate:

1. siamo una società ormai in declino che vive di ricordi o abbiamo un'opportunità di costruire?
2. svuotare è un bene?
3. si può presumere un'oggettività dagli stimoli musicali?
4. c'è un modo di esprimersi migliore?
5. ci perdiamo i modi semplici di comunicare?
6. ci sono più difese nella comunicazione verbale piuttosto che in altre forme? (tiziana) 7
7. si può trasformare il movimento in pensiero? (alessandro) 7
8. il movimento distoglie il pensiero?
9. la limitazione dei movimenti influisce sulla comunicazione verbale?
10. quali sono le nostre radici?
11. come può la comunicazione aiutarci a riscoprire i valori della nostra tradizione?
Argomento di discussione scelto:
"posto che svuotare è la nostra finalità, possiamo farlo con il movimento o con il pensiero?"
La discussione ovviamente contrapponeva chi riteneva questo svuotamento (della mente, dei pensieri negativi e insistenti) un processo tutto interno alla mente e chi sottolineava come fondametale il ruolo fisico del corpo come alternativa alla coscienza. In questo l'ascolto di musica poteva essere visto sia come un'attività fisica (essere mossi dalle vibrazioni, danzare, essere saturati dalla percezione) sia come un'attività del pensiero che , sui suoni va a svolgere le sue idee, le elabora e le altera. Qui molte riflessioni vertevano sull'aspetto verbale o non verbale della comunicazione umana con le evidenti differenze singolari. Sull'uso anche narcotico della musica, come droga evasiva, e su delle ritualità musicali (come orgiastiche o comunque liberatorie) che da sempre la tradizione prevede come cura, rito, celebrazione o incantesimo.
Una precisazione proponeva che l'effetto di svuotamento dei pensieri non necessariamente doveva comportare l'eliminazione totale dei pensieri, ma anche una trasformazione, elaborazione degli stessi, verso una forma non dolorosa, e spiacevole.
Alla fine della discussione, un'osservazione sulle riflessioni fatte poneva l'accento sulla continuità negli anni delle questioni che assillano gli individui e che in gruppo vengono ricercate come soluzioni. Questa osservazione metacognitiva permetteva alla comunità di chiarire meglio le modalità di condivisione delle idee in questa attività filosofica e di sottolineare il ruolo di crescita ed elaborazione che, al di la dei contenuti, l'attività stessa permetteva.
Sessione N.2  
Brani musicali:  
Radio G.A.P.  
Dub 02  
Nuova Resistenza


1. quanto le immagini possono distogliere dall'ascolto?
2. perchè l'impatto visivo è più forte?
A queste domande è stato risposto con un’esperienza. Abbiamo ascoltato un brano di musica ad occhi chiusi per capire. Ognuno dei presenti ha saputo rispondere alle precedenti domande e ha potuto fare osservazioni sulle differenti percezioni avute. In generale è stato evidente che eliminare il canale percettivo visuale, amplifica gli altri canali percettivi. La sessione è stata interrotta per emorragia di partecipanti.

Sessione N.3
Brani Musicali
Argo
Qassam dub
Stirpe Malata

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1. è difficile stare con gli occhi chiusi condividendo la musica?
2. la musica è doping?
3. perchè tutto ciò?
4. la musica suscita domande?
5. la musica da risposte?
6. la musica è un fine o uno strumento nei confronti del pensiero?

domanda:
la musica è un fine o uno strumento nei confronti del pensiero?
Dopo un breve commento, in cui si esprimeva la soddisfazione di partecipare ad una iniziativa musicale in cui finalmente ci si prendeva un tempo per ascoltare in tutta comodità e attenzione la musica assieme, come si potrebbe fare nell'intimità di casa propria, si è arrivati alla discussione vera e propria.
Anche qui due fazioni contrapposte rivendicavano un primato. Per alcuni la musica è un territorio di confine, qualcosa di precosciente che non può tradursi in pensiero. Quindi, in un certo senso, musica e pensiero non si incontrano, ne come fine, ne come mezzo. Per altri, sopratutto nell'intenzione di chi la musica la fa, la musica nasce da un progetto, se non altro da una intenzione di suonare, da una volontà e da uno scopo del suonare, quindi dovrebbe sempre essere strumento (come attuazione ed espressione) del pensiero. La proposta di mediazione andava a sottolineare proprio il ruolo del soggetto che produce o ascolta musica. Se la produce, la musica è strumento, se la ascolta, questa è un fine. La ricerca di uno stato precosciente, di quella comunicazione non verbale, è il fine del fare ed ascoltare musica.
Le tre sessioni, svolte nell'arco di 4 ore ci hanno lasciati molto soddisfatti anche per una conferma di coerenza nei temi suscitati nelle discussioni. Pur senza l'ambito racchiuso di un testo scritto, le riflessioni dei diversi partecipanti che si sono succeduti, ruotavano attorno ad alcuni temi costanti che cercavano risoluzione. Questo dava anche ai musicisti de I Neurologici la conferma di una struttura di significato coesa nei vari brani musicali.
Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato e il Fusolab che ha permesso lo svolgimento di una così piacevole serata.
Se qualcuno ricordasse qualcosa di omesso, avesse da aggiungere riflessioni o precisazioni, può farlo nei commenti o inviandomi una mail cone le aggiunte al presente testo.



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