Martedì 3 agosto l'allegra spedizione è partita da Roma dove ha raggiunto Ripi e stabilito alle ore 23 il campo per la notte. La mattina un violento nubifragio sfumava il progetto iniziale di raggiungere a piedi, in tre giorni, il borgo di Capricchia, frazione di Amatrice.
Saliti in macchina i nostri eroi raggiungevano la beneaugurante località di Macchia da sole, da cui in passeggiata raggiungevano in due ore le gole del Salinello. Dopo la risalita, la prima defezione. Matteo decideva di passare la notte sotto un tetto e in serata si stabiliva a Paranesi nella pensione familiare di Anna e Ninocc' assieme a Giuliano. Rifocillati da fettuccine al fungo porcino, braciole di maiale e zucchine crude con aglio e menta affogavano nel vino il rammarico per gli amici rimasti a campeggiare al Ceppo, sul valico montano immerso tra le nubi. Paolo e Flaminio e il prode Soldatino infatti passavano la notte sotto le querce in tenda, svegliati dai cinghiali e da altre inquietanti presenze.
Il giorno seguente comoda escursione alle cascate della Morricana. Attraverso una splendida faggeta, su un sentiero che più volte attraversava fangosi valloni e ruscelletti gonfiati dalle recenti piogge, i nostri si affacciavano su uno spettacolo paradisiaco di vegetazione lussureggiante, pozze cristalline lungo il corso del torrente ed uno spettacolare salto d'acqua che rendeva piu fresca la già frizzante aria montana.
La sera Matteo tornava all'accogliente ed economica pensione, mentre gli altri tre prodi campeggiavano al ceppo, questa volta disturbati da una bufera notturna di vento e pioggia. Ma impavidi, confidando nell'ottima qualità dell'equipaggiamento, continuavano a dormire, come nulla fosse, preparandosi alla grande impresa che li aspettava all'indomani. Valicare il massiccio montuoso al pizzo di Moscio, aggirando il monte Pelone, e giungere all'amata Capricchia. Il clima non gli era propizio, ma partiti da quota 1400, raggiungevano 8 ore dopo il Sacro Cuore sulle montagne di Capricchia. Persi tra le nubi, sferzati da vento e pioggia a oltre 2000 metri, tra ghiacciai perenni, senza sentiero, calandosi per valloni e pietraie, assaliti dai cani pastori, stanchi, infreddoliti e doloranti, hanno compiuto l'impresa che li illumina di fulgida gloria. Flaminio, Paolo, Giuliano e il fido Soldatino, ce l'hanno fatta. Matteo nel frattempo riportava l'automobile a Capricchia e aspettava i prodi tra le celie dei bimbi e la preoccupazione delle donne, con i piedi ben saldi sotto il tavolo, addentando braciole ben cotte.
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