di: Rattus
Agosto 2018. Nel corso di quel mese abbiamo seguito tre vicende di gravità inaudita, di cui abbiamo avuto notizia dai mezzi di informazione: La morte per incidente stradale di sedici lavoratori agricoli occasionali in Puglia, il suicidio di otto tassisti di New York, quasi sicuramente dovuta al diffondersi di nuovi sistemi di trasporto pubblico che stanno via via sostituendo i tradizionali taxi e, infine, la scoperta, a Palermo, di una società di truffatori che convinceva persone disperate a sottoporsi alla frantumazione delle ossa degli arti per simulare incidenti stradali e quindi ottenere dei rimborsi dalle assicurazioni.
Riflettendo su queste tragedie ci è parso chiaro che c'era un filo rosso che le lega una all'altra: la progressiva riduzione del lavoro necessario ad opera dei processi di automazione. Ma è bene mettere subito in chiaro che questo non è un testo "luddista" o in qualche modo contrario all'innovazione tecnologica. Tutt'altro. Meglio però procedere con ordine, e partire dagli incidenti stradali avvenuti in Puglia e costati la vita a sedici giovani braccianti agricoli.
Molte forme di raccolta della frutta o degli ortaggi, in ambito agricolo, sono oramai del tutto automatizzate. Del resto l'agricoltura è un settore in cui, come è noto, abbiamo avuto, nel corso del Novecento, la più drastica riduzione di manodopera che la storia umana abbia mai conosciuto. Per fare un esempio recente di automazione del lavoro dei braccianti agricoli si può prendere come esempio la produzione vinicola. Oggi i vigneti possono essere progettati lasciando che tra un filare e l'altro vi sia solo lo spazio necessario per farvi passare le macchine che copriranno tutte le operazioni principali un tempo svolte da operatori umani: potatura, protezione da parassiti, raccolta dell'uva (vendemmia). Perfino per la vendemmia, grazie a queste tecnologie, si è giunti alla completa raccolta automatica dei singoli acini da ciascuno grappolo, in modo tali che i raspi restano a seccare sulla pianta mentre gli acini (i chicchi) vengono asportati. Le vendemmie che vengono realizzate ancora a mano sono in genere quelle dei vigneti di impianto meno recente. Ma l'effetto dell'automazione sui prezzi del vino sul mercato si fa sentire. In Italia i vigneti spesso si impiantano ancora come si faceva trent'anni fa, scegliendo deliberatamente di fare ricorso ai braccianti agricoli. Tuttavia è inevitabile pagare questa manodopera con tariffe orarie molto basse, se si vuole restare sul mercato e competere con chi ha meccanizzato il lavoro integralmente. Norbert Wiener, il fondatore della cibernetica, sostenne che la macchina automatica era l'equivalente, in economia, del lavoro schiavistico e che qualsiasi lavoro che si fosse trovato a competere con il lavoro degli schiavi avrebbe dovuto "accettare le condizioni economiche del lavoro degli schiavi". La situazione che si rileva in Puglia nel periodo estivo di raccolta dei pomodori, in molti casi, rasenta effettivamente lo schiavismo sia per i pagamenti miserabili, sia per le condizioni di vita e di lavoro animalesche cui i braccianti sono sottoposti. Sarà la magistratura ad accertare le responsabilità dei due gravi incidenti, ma la strage di braccianti extracomunitari dell'Agosto 2018 è stata sicuramente anche conseguenza di questo incredibile degrado delle condizioni di lavoro. Si dirà: è la legge del mercato. Ma davvero dobbiamo rassegnarci all'assurda idea che i mirabolanti progressi di scienza e tecnologia abbiano avuto come risultato principale quello di far tornare la schiavitù ? È davvero solo questo il senso del tanto celebrato "progresso" ?
La vicenda dei tassisti di New York per molti versi è analoga e altrettanto drammatica. I giornali hanno documentato una lunga serie di tragedie personali e familiari che si sono susseguiti lungo tutto il 2018. Ben otto suicidi. I tassisti di New York hanno dovuto fronteggiare la gig economy e il relativo ingresso sul mercato del trasporto di Uber, Lyft e altre società di trasporti privati basate su piattaforme informatiche. Molti di loro si erano indebitati per avere un cosiddetto "medaglione" una licenza di auto-impresa che finalmente gli avrebbe permesso di diventare del tutto autonomi. Oggi, con l'ingresso di una concorrenza massiccia come quella introdotta dalle piattaforme, questi tassisti hanno dovuto moltiplicare la loro presenza sulle strade, lavorando su turni di quindici- diciotto ore al giorno, mentre il valore economico di quelle licenze, che in molti casi stavano ancora pagando, ha iniziato a scendere vertiginosamente. Un "medaglione" che fino a due anni fa valeva un milione di dollari oggi ne vale 200.000. Non è difficile capire perché il sistema nervoso di alcuni di questi lavoratori abbia ceduto.
Anche in questo caso si deve rilevare amaramente come una forma di progresso indiscutibile, quale la realizzazione dei sistemi di geo-localizzazione, abbia avuto come immediata conseguenza un drammatico peggioramento delle condizioni di lavoro di un'intera categoria di lavoratori. Il funzionamento delle piattaforme che regolano servizi di traffico stradale come UBer integra una serie di straordinari progressi tecnologici, che vanno dalla velocità di trasmissione alla potenza di calcolo dei microprocessori. C'è di mezzo, insomma, l'intera linea evolutiva che ha permesso la crescita e la diffusione degli smart-phone. Tuttavia, la geo-localizzazione ne costituisce sicuramente l'elemento più importante. Un'innovazione originariamente pubblica, nata per scopi militari, basata sui segnali inviati da un gruppo di satelliti in rotazione intorno alla terra.
Spesso si dimentica che in passato portare il taxi significava avere "in
testa" un'articolata mappa della città, che veniva appresa attraverso anni di
esperienza. Se questo è vero per grandi città come Roma o Milano, figuriamoci
per New York. Queste conoscenze conferivano al tassista un certo orgoglio
professionale, un'idea intorno al valore delle proprie competenze.
L'introduzione di sistemi automatici in grado di calcolare la strada da
percorrere e suggerirla in tempo reale a chi guida il mezzo ha reso queste
conoscenze quasi del tutto superflue. D'accordo: nessuno se ne lamenta. Ma
intanto questo ci aiuta a comprendere il significato originario ed elementare
che gli informatici di un tempo assegnavano al termine "Intelligenza
Artificiale". All'origine si trattava di un termine che indicava semplicemente
la sostituzione di alcune forme di intelligenza umana con dei dispositivi in
grado di fornire prestazioni analoghe e possibilmente migliori a quelle erogate
dall'uomo. Non si trattava di qualcosa di così diverso da quanto avveniva in
agricoltura con i sistemi di raccolta automatica: come un dispositivo meccanico
può sostituire il lavoro manuale dei braccianti, così un dispositivo di
intelligenza artificiale può eliminare la necessità di una memoria spaziale
ricca ed evoluta come quella che era indispensabile ad un tassista di New York
fino a vent'anni fa. Ne più ne meno.
Per ora la risposta politica della città di New York al fenomeno è stata
nel segno del soluzionismo: terapie antidepressive gratis per i tassisti che ne
fanno richiesta. Fantastico !
Il terzo grave episodio di cronaca di Agosto 2018 che abbiamo menzionato, quella della società di truffatori di Palermo, apparentemente non sembra riconducibile a qualche tipo di automatismo. Ma la creazione di un'organizzazione, una sorta di dispositivo finalizzato a provocare delle invalidità per ottenere dei risarcimenti dalle assicurazioni, ci ha spinto a chiederci seriamente a quale livello di follia possa giungere un sistema economico e sociale che non riesce a creare condizioni di vita, di lavoro e di reddito normali o comunque accettabili per tutti. Si tratta dell'episodio che ha scatenato l'impulso che ci ha fatto realizzare questo lavoro. La logica punitiva e legalistica che prevale oggi in questo paese si limita ad evocare durissime sanzioni da infliggere ai responsabili, ma non si interroga sulle vittime, su quelli che in cambio di qualche migliaio di euro si sono resi disponibili per lasciarsi fracassare un braccio o una gamba con dei dischi d'acciaio da sollevamento pesi. Su questo argomento i giornali hanno glissato con i soliti riferimenti a tossicomani e alcolisti. E pensare che già nel 1963, in un gran film di Vittorio De Sica intitolato il Boom (1963), il protagonista, un imprenditore edile romano pieno di debiti, magistralmente interpretato da Alberto Sordi, si rassegnava a vendere un proprio occhio per poter continuare a mantenere il tenore di vita elevato in cui aveva vissuto fino a quel momento. A quanto pare non si tratta di questioni che interessano esclusivamente homeless e alcoolisti.
E si dovrebbe riflettere sul fatto che la vicenda di Palermo è venuta alla
luce perché c'è stato un decesso, quello di un giovane tunisino a cui le
fratture hanno provocato un'emorragia interna. Gli attenti controlli di medicina
legale sul corpo del tunisino hanno permesso agli investigatori di individuare
la truffa e a risalire all'organizzazione criminale. Viene da chiedersi: quante
altre ce ne saranno di organizzazioni simili ?
L'automatismo andrebbe cercato arrivando alla generalizzazione di questa
domanda. Esiste una sorta di "serialità del male", una filiera del disagio da
fine del lavoro, una "Fabbrica dell'infelicità" legata alla raggiunta incapacità
del lavoro umano di essere realmente produttivo?
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