Alle ore 17:30 alla Casetta Rossa, in via
Magnaghi 14 alla Garbatella, il “laboratorio di filosofia
orizzontale”. Gli incontri hanno la durata di 1
ora e sono liberi e gratuiti.
Non serve la barba per partecipare!!
Per farsi un'idea di passati incontri http://coxsa.blogspot.it/search/label/COXSA%20epicurea
Relazione:
Dopo la lettura della celeberrima conclusione alla Critica della ragion pratica di I. Kant (il cielo stellato e la legge morale) sono state poste le seguenti domande?
- L'universo è indipendente da noi o lo creiamo noi?
- Quanto influisce sulla morale degli individui il sentirsi parte di un tutto?
- Quali strumenti ha l'uomo per connettersi con l'universo infinito?
- E' fortunato Kant ad avere così chiara l'evidenza delle due realtà?
- La forza vitale è legata allo stato in vita della creatura animale?
- Ma tu (Matteo) perchè lo fai (questo laboratorio filosofico Ndr)?
La domanda a cui si è scelto di rispondere è stata: Ma tu (Matteo) perchè lo fai?
Visto che la domanda era principalmente rivolta a me, anche se offriva spunti di riflessione a tutti i presenti, ho chiarito diversi motivi per cui io, assieme ad altri, ho scelto di diffondere questa pratica filosofica della P4C declinandola anche in modo personale secondo i miei interessi.
Spesso siamo portati a criticare una gestione del potere che percepiamo non democratica, eppure ci manca quasi sempre quella pratica del dialogo e del lavorare assieme, in gruppo, in condivisione, che sono alla base della pratica della democrazia diretta.
Nelle comunità di villaggio andine, se c'è da fare una strada, o il campo di calcio, etc.. si riuniscono tutti, decidono di fare la cosa, si autotassano e lavorano nel tempo libero (per esempio la domenica) per fare quel lavoro, oppure assegnano un pezzo di strada da fare a ogni famiglia che la realizza autonomamente, così come si dividono i campi da coltivare. Da noi invece lo stato,la regione o il comune decidono che deve essere fatta una strada, una ferrovia o un ponte per scopi che spesso esulano dai bisogni dei cittadini, si spendono le tasse dei cittadini con il massimo spreco (sono posti di lavoro dicono + tangenti + creste + appalti e forniture... garanzia di rielezione) e i cittadini, contenti o meno, si ritrovano la strada, ferrovia o ponte davanti, senza avere alcuna voce in capitolo.
Nelle comunità di villaggio andine, se c'è da fare una strada, o il campo di calcio, etc.. si riuniscono tutti, decidono di fare la cosa, si autotassano e lavorano nel tempo libero (per esempio la domenica) per fare quel lavoro, oppure assegnano un pezzo di strada da fare a ogni famiglia che la realizza autonomamente, così come si dividono i campi da coltivare. Da noi invece lo stato,la regione o il comune decidono che deve essere fatta una strada, una ferrovia o un ponte per scopi che spesso esulano dai bisogni dei cittadini, si spendono le tasse dei cittadini con il massimo spreco (sono posti di lavoro dicono + tangenti + creste + appalti e forniture... garanzia di rielezione) e i cittadini, contenti o meno, si ritrovano la strada, ferrovia o ponte davanti, senza avere alcuna voce in capitolo.
Allora risulta evidente che per risolvere i problemi urgenti (da quelli familiari, al condominio, al quartiere fino a quelli del paese intero) si applica una catena verticale di potere che ci solleva dalle nostre responsabilità e dalla nostra incapacità a coordinarci per rispondere ai nostri bisogni, con il grande vantaggio che sottomettersi, anche controvoglia, a questo potere verticale, ci permette di lamentarci e criticare, mugugnare e litigare, tra fazioni che sostengono o meno quel potere, e più che mai all'interno delle stesse fazioni, ritenendoci tutti al di fuori di quel potere (e spesso ingiustamente estromessi) mentre noi abbiamo in tasca delle semplici soluzioni, dettate dal buonsenso, che portemmo applicare per il bene di tutti...etc...etc.. Come dire, quando gioca la nazionale siamo tutti Commissari Tecnici, anche se non abbiamo mai allenato nemmeno la squadra dell'oratorio.
Questa è la squadretta di quartiere con cui fare pratica senza arrivare mai in serie A, ma nemmeno D. C'è chi il calcio lo vede in TV e c'è chi lo gioca.
Questa è la squadretta di quartiere con cui fare pratica senza arrivare mai in serie A, ma nemmeno D. C'è chi il calcio lo vede in TV e c'è chi lo gioca.
Questa comunità di ricerca è una palestra di educazione alla democrazia diretta, quella che si praticava nelle Polis greche, nelle comunità di villaggio e che tuttora si pratica quando si prova ad esempio ad autogestire, o autogovernare una struttura come ad esempio, penso qui la Casetta Rossa.
Questa attività filosofica del Circolo epicureo, o come lo vogliamo chiamare, l'abbiamo proposta principalmente nei centri sociali e ora qui a Casetta Rossa, per educare bambini e adulti alla pratica democratica del trovare insieme soluzioni ai problemi, per far incontrare chi percorsi di autogoverno già li pratica o cerca di praticarli e chi li vede con curiosità ma anche spesso con distacco. Queste strutture che praticano la democrazia diretta, spesso lo fanno in modo che risulta poco aperto e inclusivo, poco partecipato insomma, magari non nella quantità, ma nella estrema identificazione (politica, etnica o religiosa) dei suoi membri appartenenti. Due mondi che non si incontrano insomma anche passando per gli stessi luoghi.
Queste le ragioni teoriche, c'è poi un aspetto se vogliamo ludico, c'è a chi piace il calcio, a chi piace andare a pescare, a me piace filosofare, e con gli altri, non da solo.
Per fare quello che ci piace nessuno ci paga per fortuna, solo per fare quello che non ci va di fare veniamo pagati. Ecco il motivo per cui non mi aspetto un tornaconto economico dalla filosofia.
Per fare quello che ci piace nessuno ci paga per fortuna, solo per fare quello che non ci va di fare veniamo pagati. Ecco il motivo per cui non mi aspetto un tornaconto economico dalla filosofia.
C'è poi probabilmente il piacere del "sentirsi parte di un tutto" come proponeva una partecipante all'incontro. Io mi diverto e mi piace quando porto le persone a ritrovarsi simili di fronte alle tematiche importanti della vita, quando nella pratica di incontri come questo ci si scopre più simili di quanto si pensi, forse a causa di una comune "umanità", si scopre di essersi fatti in molti domande simili e essersi dati simili risposte, o comunque, essere similmente in cerca di queste risposte.
Piuttosto che cercarle nei libri, che è un modo accademico di fare filosofia, che pure ha una sua dignità ma è appannaggio di specialisti, mi piace di più cercare queste risposte assieme a persone, che a volte non conosco, ma che hanno voglia e interesse a mettersi in gioco e a cercare di costruirle assieme queste risposte.
Piuttosto che cercarle nei libri, che è un modo accademico di fare filosofia, che pure ha una sua dignità ma è appannaggio di specialisti, mi piace di più cercare queste risposte assieme a persone, che a volte non conosco, ma che hanno voglia e interesse a mettersi in gioco e a cercare di costruirle assieme queste risposte.
Ovviamente più che le risposte in sé stesse, i frutti di questa pratica, sono le capacità relazionali che si costruiscono nel processo, la metacognizione, la capacità di mettere a valore la diversità come uno spunto per conoscere di più e nel confronto crescere, evolvere. Se vogliamo è la filosofia come la intendevano nell'antichità: ricerca della conoscenza, che non può che essere dialogo.
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